CHE SI TRATTI DI IDOL GIAPPONESI O KPOP POCO IMPORTA, IL SECONDO E' QUELLO DEI LORO FANS
LA RECENTE ONDATA DI SUICIDI IN KOREA TRA I LEADER DEL POP HA MESSO IN LUCE IL COINVOLGIMENTO DEI LORO FANS
LA RECENTE ONDATA DI SUICIDI IN KOREA TRA I LEADER DEL POP HA MESSO IN LUCE IL COINVOLGIMENTO DEI LORO FANS
Che si tratti di Giapponesi o Coreane,lo scopo principale è quello di trascinare sotto il palco quantità enormi di ragazzi urlanti, adoranti,che credono di essere i loro "fidanzati virtuali" pronti a tutto pur di sostenere la loro beniamina preferita.Quando poi scoprono che "la loro lei" ha una vita privata nel retro palco e adora farsi realissime scopate anni 70-80 con il manager o qualcuno dello staff( alla faccia del sessismo e del loro pubblico),cominciano i veri drammi (da ambo le parti).Minacce, intimidazioni,stalking duro,fino a far crollare un mito e portare tutti quanti a una depressione impressionante.In Giappone molto piu' nascosto ( la yakuza ha molti interessi nell' ambiente,in quanto, oltre allo spettacolo pubblico, ricicla i soggetti che "non ce la fanno" nel mondo del porno e della prostituzione),in Corea molto piu'plateale, in quanto sono coinvolti anche i leader dei gruppi rock maschili che stuprano le fans che invitano per autografi nei loro camerini.Quindi nuovo fenomeno di suicidi per "disperazione" nell' ambito maschile.
In Europa o in Italia non esiste un fenomeno simile,solo quello degli ultras del calcio potrebbe essere similare.
Si tratta sempre di soggetti che adorano dei giocatori,convinti di essere loro la loro anima vincente quando segnano,ed è per quello che si sentono traditi quando i loro eroi cambiano squadra ( non si rendono nemmeno conto che i calciatori di loro se ne fregano totalmente,in quanto pensano solo ai loro interessi)
Quindi in tutti i casi si tratta di figure che fanno sempre la figura dei fessi, non realizzando,che se volessereo ottenere qualsiasi cosa dai loro idoli ( sia nello spettacolo come nello sport) l'unica possibilità che potrebbero avere sarebbe quella di essere sulle loro linee reali di comunicazione ed essere "qualcosa di vero e attivo"per loro.